Se siete siciliani, probabilmente già sapete che Catania si appresta a celebrare la festa più importante di tutto l'anno, ovvero la celebrazione della festa patronale di Sant'Agata (santa martire, uccisa nel 251), che cade ogni anno il 5 febbraio.
Si tratta di una ricorrenza religiosa che attrae numerosissimi fedeli, che accorrono non solo da Catania, ma anche da molte altre parti dell'isola e dell'Italia intera.
Per qualche tempo tutta la vita della città ruoterà intorno alla sua Santa, con una festa che non ha uguali per opulenza, folla e fasto; una festa in cui religione e devozione si mescolano con un senso anche laico di appartenenza alla comunità cittadina.
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Un'immagine della festa di Sant'Agata a Catania (2016) |
Sono tanti gli argomenti che si potrebbero trattare per cercare di spiegare questo evento a chi non lo conosce. Io ho pensato di farlo attraverso 5 oggetti.
1. Il reliquiario a busto
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Busto di Sant'Agata ricoperto dagli ex-voto |
Protagonista delle lunghe processioni della festa, venne realizzato interamente in argento nel 1376 da Giovanni di Bartolo (orafo senese attivo alla corte papale di Avignone). Questo busto-reliquiario contiene il cranio e parte della cassa toracica della Santa.
"Riposa" tutto l'anno all'interno della cosiddetta "cammaredda", ovvero una piccola stanza chiusa a chiave all'interno della Cattedrale (vi si accede dalla Cappella di Sant'Agata, posta alla destra del presbiterio, ma è sempre chiusa da pesanti cancelli). Nel gennaio di quest'anno molti cittadini sono potuti entrare in questo luogo sacro, in occasione di un'apertura straordinaria.
Nel corso degli anni i devoti hanno posto sul busto una serie molto varia di ex-voto (tra i quali spicca l'insegna della Legion d'onore ricevuta da Vincenzo Bellini in Francia); è possibile vedere come appare il busto senza di essi in queste foto in bianco e nero.
Curiosità: esiste una copia lignea del busto, usata per le processioni in periodi difficili e pericolosi.
2. La carrozza del senato
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Carrozza del Senato di Catania |
Si tratta di un elegante mezzo, che potete ammirare tutto l'anno entrando nel cortile di Palazzo degli Elefanti (ovvero il Municipio) insieme ad un altra carrozza più piccola, la cosiddetta "berlinetta".
Come potete vedere in questo video, in occasione della festa la carrozza, scortata da un vivace corteo, è trainata da bellissimi cavalli bianchi, condotti da cocchieri in vesti settecentesche.
Curiosità: Una carrozza simile è conservata presso il Palazzo Municipale di Siracusa (Palazzo Vermexio) e utilizzata per la festa di Santa Lucia. Un ulteriore collegamento tra le due Sante martiri siciliane che, secondo la tradizione, erano anche imparentate.
3. Il sacco
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Processione del fercolo di Sant'Agata - i devoti indossano il "sacco" |
Curiosità: non è ancora chiaro come sia nata la tradizione di portare il sacco, ma pare che i colori abbiano un significato simbolico: il bianco rimanderebbe alla purezza con cui i devoti si accostano al culto della Santa, il nero del cappello forse richiama il gesto penitenziale di cospargersi il capo di cenere e diventa quindi affermazione di umiltà.
4. Le candelore
La festa di Sant'Agata cade solo alcuni giorni dopo la festa della Candelora (2 febbraio).
Curiosità: se non prevedete di essere in città a febbraio, ma volete comunque vederne alcune dal vivo con facilità, potete recarvi alla Chiesa di San Francesco all'Immacolata (non lontana dal Duomo, proprio di fronte alla casa natale di Bellini), che ne conserva alcune tutte l'anno nelle navate laterali.
5. I dolci
Curiosità: le cassatelle sono, secondo alcuni studi, la testimonianza del fatto che il culto di Agata fu la naturale trasformazione di altri culti pagani molto diffusi a Catania (Demetra e Kore, Iside). Gli adepti, infatti, usavano cibarsi di dolciumi o altre pietanze con la stessa forma di chiara simbologia femminile.
Questa vicinanza ha fatto si che si sviluppasse l'uso di portare in processione delle vere e proprie macchine sceniche barocche dette "candelore" o "cerei": degli enormi candelabri (pesanti alcuni quintali!) decorati, dorati e dipinti.
Ciascuno di essi (attualmente sono 12 in tutto) è legato ad una categoria professionale della città (panettieri, fruttivendoli, fiorai, macellai, pescivendoli, pastai, ecc.). Leggendo questo elenco completo delle candelore potrete avere tantissime informazioni su ciascuna di esse.
In questo video relativo alla festa del 2014 potrete vederne alcune in movimento.
Curiosità: se non prevedete di essere in città a febbraio, ma volete comunque vederne alcune dal vivo con facilità, potete recarvi alla Chiesa di San Francesco all'Immacolata (non lontana dal Duomo, proprio di fronte alla casa natale di Bellini), che ne conserva alcune tutte l'anno nelle navate laterali.
5. I dolci
Che festa sarebbe senza un buon dolce? Anzi, meglio due!
Le cassatelle di Sant'Agata (bianche di glassa, di forma tondeggiante e con una ciliegia candita in cima) ricordano il seno della Santa, che le fu strappato nel corso dei martirii a cui fu sottoposta. Per questo motivo sono dette, in dialetto, minnuzze (o minnelle) di Sant'Aita. Sono molto dolci e non semplici da realizzare, ma se vi volete cimentare, ho trovato la ricetta.
Le olivette, invece, hanno la forma di piccole olive e richiamano un episodio della leggenda di Agata, che racconta di un ulivo che crebbe veloce dal terreno per nascondere la giovane mentre scappava del suo persecutore Quinziano. Volete vedere come si preparano?
Entrambi i dolci, sebbene siano tipici del mese di febbraio, possono essere gustati nei migliori bar e pasticcerie del centro storico tutto l'anno, insieme ad altri must della pasticceria siciliana.
Curiosità: le cassatelle sono, secondo alcuni studi, la testimonianza del fatto che il culto di Agata fu la naturale trasformazione di altri culti pagani molto diffusi a Catania (Demetra e Kore, Iside). Gli adepti, infatti, usavano cibarsi di dolciumi o altre pietanze con la stessa forma di chiara simbologia femminile.
Vi ho incuriosito?
Conoscevate la festa di Sant'Agata? Cosa vi attrae maggiormente di questo evento?
Fatemelo sapere nei commenti!